The Others ci trasporta in un futuro distopico in cui l’umanità è ridotta in schiavitù dai sette peccati capitali che con i loro eserciti hanno deciso di mettere fine alla vita sulla Terra. A difendere il genere umano è rimasto un manipolo di eroi che vanno sotto il nome di FAITH. In termini di gioco da tavolo The Others è disegnato per 2-5 giocatori e le partite durano poco meno o poco più di un’ora a seconda dello scenario scelto. The Others, infatti, è uno skirmish a scenari, è prevista anche una piccola campagna, in cui un giocatore rappresenta uno dei peccati capitali e l’altro o gli altri gestiscono gli eroi dell’organizzazione FAITH.
Nella scatola base ci sono, come peccati, l’Accidia e la Superbia con i relativi eserciti e accoliti. Dal punto di vista degli umani c’è la squadra Alpha con i suoi sette eroi. Il numero sette, non è una sorpresa, ricorre spesso in questo gioco. Ci sono poi una serie di mostri infernali che possono entrare in gioco, lato peccato ovviamente, quando la situazione lo richiede. Questo porta il totale delle miniature attorno alla sessantina e il livello di dettaglio è notevole.
Il gioco mette di fronte una squadra di 3-4 eroi, a seconda del numero di giocatori, e un peccato. Gli eroi vincono se portano a termina una missione, ce ne sono sette disponibili e sono classificate in tre categorie, il peccato, invece, vince se uccide un numero tale di eroi da non permettere più la sostituzione con quelli presenti nella base di FAITH ed in attesa di entrare in gioco.
Scegliere un peccato e una missione non è per nulla una scelta leggera. Nel senso che influenza il gameplay e la strategia di gioco. Ci sono missioni, tipicamente quelle di terrore, dove la preponderanza l’ha il combattimento mentre ce ne sono altre, tipo la redenzione, che suggeriscono un approccio meno diretto.
Allo stesso modo gli eroi, che si dividono in quattro tipi, possono dar vita a combinazioni molto differenti tra loro. Questo a prescindere dalla scelta tattica se mettere subito in campo i migliori o riservarsi qualche buona carta per quando il gioco si fa duro. In The Others il gioco si fa sempre duro.
Una volta predisposto il setup dello scenario, ce ne sono due alternativi per ogni scenario, si può partire. Ad agire saranno sempre prima gli eroi e poi il peccato. Ogni eroe ha due attivazioni che gli permetteranno di muoversi, attaccare, purificare l’area ed altre azioni di secondaria importanza.
Il peccato, che in linea di massima ha meno attivazioni rispetto agli eroi può scegliere se agire o meno dopo ogni attivazione degli eroi. Se sceglie di agire può muoversi, attaccare, giocare carte peccato. E’ importante notare che il peccato può attaccare soltanto l’eroe che si è appena mosso.
Prima di parlare del combattimento è giusto introdurre la scheda eroe che oltre alle normali caratteristiche, attacco, difesa, abilità speciali ecc. ha anche il tracciato dei punti ferita e della corruzione. La corruzione è l’arma principale dei peccati, però gli eroi possono anche scegliere di auto infliggersela prima di un tiro di dadi perché più si è corrotti più si somiglia a dei demoni e quindi più si è potenti. Attenzione però, perché se si arriva al massimo la corruzione si trasforma in ferite e la fine diventa inesorabilmente vicina.
Molto interessante anche il sistema delle ferite. Quando un eroe viene ferito perde dei bonus corruzione ed è il giocatore a decidere quali perde. Le ferite, oltre che dal combattimento, si possono subire entrando e uscendo dai luoghi dove ci sono incendi e focolai di corruzione oppure uscendo da location dove ci sono mostri. Per eliminare incendi e corruzione si deve usare l’azione di purificazione.
Il combattimento in sé è molto semplice. L’eroe aggiunge i bonus delle sue abilità, degli oggetti che ha comprato e degli alleati che ha trovato durante il gioco. Il mostro aggiunge bonus della tracklist di Apocalisse ed eventuali bonus da carte o alleati. I tiri di dado possono essere colpi, colpi potenti, corruzione solo per mostri, difesa solo per eroi, difesa dalla corruzione solo per eroi, purificazione solo per eroi. I colpi potenti danno diritto al lancio di un altro dado ed a cambiare il risultato del dado con cui si è ottenuto il colpo potente. Insomma si possono innescare combo molto interessanti. Il mostro infligge tutti i danni e la corruzione che superano i valori di difesa dell’eroe che a sua volta distrugge il mostro se pareggia o supera il suo valore di difesa.
Una volta che tutti, peccato ed eroi, hanno terminato il proprio turno si passa al refill di tutti i mostri, delle carte peccato e all’avanzamento della tracklist di Apocalisse. Man mano che si progredisce i mostri diventano più potenti e si rischia l’arrivo dell’avatar del peccato in persona. Per cui è anche una corsa contro il tempo.
In The Others, poi, ci sono tutta una serie di piccoli particolari e di finezze che non ha senso menzionare in sede di recensione. Basti pensare ad esempio al sistema di puntamento satellitare che gli eroi possono utilizzare per uccidere i mostri senza nemmeno muoversi dall’edificio o ai simpatici membri del club inferno che il peccato può chiamare in gioco. Insomma di carne da corrompere o già corrotta ne abbiamo in abbondanza.
The Others è sicuramente un american game, si tirano quintalate di dadi e ovviamente dea fortuna ha il suo peso, ma non pensate di trovarvi di fronte ad un gioco easy come può essere Zombicide, stessa casa editrice, perché qui siamo su un altro livello tattico e strategico. Con la sola fortuna non si vince una partita a The Others. Nelle prime partite è sicuramente più difficile giocare con gli eroi perché si è portati a dare addosso ai mostri ma questo non fa altro che avvicinare il peccato al suo obiettivo, uccidere gli eroi. Insomma è un gioco che richiede anche impegno di meningi. La componentistica è eccelsa, il regolamento è semplice e una volta presa la mano non si consulta più. Longevità e variabilità sono già molto alte con la sola scatola base, considerando tutte le espansioni già uscite o in arrivo siamo di fronte ad un gioco che può tenervi impegnati veramente a lungo. La dipendenza dalla lingua è stata azzerata dall’edizione italiana di Asterion Press e il gioco non soffre nemmeno del problema del master come accadeva prima della seconda edizione con Le Case della Follia. Qui giocare col peccato è molto divertente. Ovviamente non siamo di fronte ad un wargame per cui se siete dei fan del combattimento simulativo rimarrete delusi, in tutti gli altri casi è un acquisto che vi consiglio senza dubbi.