La mitologia norrena ha molto successo anche dalle nostre parti. I motivi sono tanti, ma i vari Thor, Odino e amici sparsi sono noti anche da noi. Blood Rage, il nuovo gioco da tavolo della Asterion Press, è ambientato proprio nel cuore di questa mitologia. Per noi la fine del mondo è l’Apocalisse, per i vichinghi era il Ragnarok. Il mondo sta viaggiando a velocità folle verso il Ragnarok, i clan vichinghi potrebbero attenderlo con serenità tra i loro cari, ma poi che guerrieri sarebbero? Un vero guerriero mira a raggiungere il Valhalla. La gloria si conquista con le imprese sul campo di battaglia e allora combattimenti e guerre fino a che Ragnarok non giunga. Blood Rage è un gioco per 2-4 giocatori della durata di poco superiore all’ora. Ogni giocatore rappresenta un clan vichingo ed ha tre ere, turni, per raggranellare il massimo della gloria possibile. Poi arriverà la fine del mondo e si faranno i conti. Ogni clan ha a disposizione un capo clan, dei soldati e una nave. In partenza tutti i clan sono uguali come caratteristiche, anche se le miniature ed i colori sono differenti, ma col proseguire dei turni può essere migliorato. In particolare sono possibili sei migliorie, tre generali valide per tutto il clan, una ciascuna per nave, capo clan e soldati. I parametri da tenere d’occhio durante la partita sono la furia, le asce ed i corni. La furia, in partenza tutti hanno valore sei, rappresenta una sorta di punti azione. Per fare le azioni si spendono punti azione, una volta terminati ci si ferma o si fanno le azioni gratuite. Il valore delle asce determina il numero di punti gloria che si ottengono quando si vincono le battaglie e in Blood Rage si combatte tanto. Infine c’è il valore dei corni che stabilisce quante miniature possiamo avere in gioco per il nostro clan. Tutti e tre questi parametri si possono aumentare durante la partita cambiando drasticamente le prospettive e lo stile di gioco del clan. Chi li porta molto in alto conquista punti gloria.
Dal punto di vista dell’esercito dei clan c’è poco da dire. Capo clan, soldati e nave hanno un unico parametro da utilizzare in combattimento: la forza. Possono avere delle abilità speciali o delle migliorie, ma la base è sempre il valore di forza. La ricerca della gloria si svolge nei territori vicini ad Yggdrasil. Ogni territorio è caratterizzato da un numero di villaggi presenti. Un numero da tenere bene a mente perchè in un villaggio può sostarci una sola miniatura. Da notare che le navi si posizionano nei fiordi che costeggiano sempre due regioni. Le navi una volta posizionate non si muoveranno più per il resto della partita. Capo clan, soldati e alleati vari, invece, sono liberi di muoversi. Ogni turno di gioco è formato da sei fasi:
1 – Dono
2 – Azione
3 – Scarto
4 – Impresa
5 – Ragnarok
6 – Ritorno dal Valhalla
Il dono serve a distribuire le carte che sono il motore del gioco. Ogni giocatore riceve otto carte dell’era in corso e con un sistema di draft deve ridurle a sei. Le carte sono di tre tipi. Carte battaglia, rosse, che servono per aggiungere modificatori durante il combattimento. Carte impresa che sono una sorta di obiettivi da raggiungere entro la fine dell’era per ottenere dei bonus clamorosi. Carte miglioria che servono a migliorare i vari aspetti del clan e/o dell’esercito.
La fase di azione è il cuore del gioco. Le azioni sono cinque: invasione, marcia, miglioria, impresa e saccheggio. Invasione serve per mettere in gioco le miniature in una delle regioni tranne che Yggdrasil. La marcia serve per muovere soldati e/o capo clan da una regione ad un’altra rispettando i limiti dei villaggi. Yggdrasil non ha villaggi e può contenere un numero illimitato di soldati di ogni esercito. Miglioria serve a migliorare uno degli aspetti del clan e va in parallelo con la carta apposita. Tra le migliorie ci sono i mostri che possono andare a rinforzare il nostro esercito. Si prende la miniatura relativa, gli si aggiunge una base del colore del nostro clan e si prosegue come se fosse un soldato normale. Impresa serve a giocare la carta relativa, coperta, davanti a sè. Saccheggio, invece, fa scattare il combattimento. Si sceglie una regione e si prova a saccheggiarla. Gli altri giocatori che hanno miniature nelle regioni adiacenti possono spostarle gratuitamente nella regione dove sta per avvenire il saccheggio.
Il combattimento è molto semplice. Tutti i giocatori possono giocare una carta battaglia da sommare al proprio valore di combattimento. Il valore di combattimento è la somma del valore delle singole unità. Se a vincere è il saccheggiatore prende la ricompensa del saccheggio e quella relativa alla vittoria della battaglia, dipende dal valore asce, se invece a vincere e uno degli altri clan si deve accontentare del punteggio gloria relativo alla vittoria della battaglia. Gli sconfitti riprendono le carte usate, chi ha vinto invece no. Tutte le unità uccise in battaglia finiscono nel Valhalla. Saccheggiare Yggdrasil, ovviamente, dà una ricompensa molto più alta visto che è l’unica regione confinante con tutte le altre e quindi molto difficile da razziare.
Le ultime fasi servono a ridurre il numero di carte era in mano al giocatore ad una. Si valutano le eventuali imprese giocate durante il turno e si riportano le unità dal Valhalla alla riserva. Particolare è la fase di Ragnarok. Ad ogni turno una provincia si distrugge, la sequenza è nota e questo porta il campo a restringersi sempre più e di conseguenza aumenta la bellicosità. Alla fine della terza era si calcola il numero di punti gloria e si determina il vincitore.
Blood Rage è di sicuro uno dei migliori titoli usciti nel 2015. In genere non amo molto i giochi che utilizzano quintalate di miniature perchè spesso nascondono un gameplay banale se non addirittura povero. Non è il caso di Blood Rage. Le regole sono piuttosto semplici, una volta familiarizzato col sistema di carte scivola via tutto molto facilmente. C’è qualche carta che richiede un po’ di tempo per essere capita e sfruttata al meglio, ma niente di insormontabile. Il combattimento è abbastanza immediato così come le altre azioni disponibili. L’interazione è altissima, non si può vincere se non si passa sopra gli avversari. La progressiva riduzione del terreno di gioco rende il tutto più claustrofobico, caotico ed incontrollabile. Proprio quello che deve essere un mondo proiettato verso la sua fine con gruppi di pazzi che combattono solo per ottenere la maggior gloria possibile. C’è una parte di fortuna ma non è determinante nel raggiungimento della vittoria. Le partite sono sempre molto diverse l’una dall’altra e la longevità è assicurata. Lo preferisco in 3 o 4 giocatori. La componentistica, a partire dalle miniature, è di primo livello e giustifica il prezzo di vendita. L’edizione italiana curata dalla Asterion Press non presenta particolari problemi. Sono in uscita una serie di espansioni che, tra le altre cose, porteranno il gioco fino a cinque giocatori. Un acquisto consigliatissimo.